Per la sezione Manda il tuo racconto, mi ha scritto Laura. Laura è una giovane romana scappata in Brasile, precisamente a Vilhena, una piccola città dello Stato di Rondônia, nel nord del Brasile. Laura è una dei tanti italiani in Brasile e qui ci racconta la sua bella storia.
“Cari lettori di Scappo in Brasile,
mi chiamo Laura, ho 32 anni ed esattamente un anno fa, io e mio marito (Renato, brasiliano), ci siamo trasferiti in Brasile, più precisamente a Vilhena, una cittadina di circa 85.000 abitanti che si trova nello stato di Rondônia, al confine con il Mato Grosso, in zona amazzonica.
Nel 2008 mi sono laureata in Farmacia, con grande soddisfazione devo ammettere, e con il desiderio di fare un dottorato di ricerca o di iniziare la mia carriera in qualche industria farmaceutica. L’idea del dottorato muore sul nascere, purtroppo non avevo raccomandazioni utili all’interno della facoltà, ma nonostante ciò, ad un mese dalla laurea e vari CV inviati, ottengo un posto di lavoro come analista chimico presso una importante multinazionale farmaceutica: a tempo determinato, ovviamente. Un ottimo inizio, pensavo. L’esperienza in laboratorio si rivelerà poi un disastro, l’ambiente di lavoro era molto infantile e competitivo, c’era molta tensione e poca collaborazione per essere un team. Per farla breve, dopo due rinnovi del contratto, a novembre del 2009 decido di andar via.
Due settimane dopo ero su un aereo diretto da Roma a San Paolo, insieme al mio attuale marito Renato, conosciuto frequentando un corso online di portoghese brasiliano. Passiamo tre mesi fantastici in Brasile, conoscendo tantissimi posti da sogno tra cui la zona amazzonica, dove vive la famiglia di Renato.
Tornati in Italia affrontiamo la dura realtà: un Paese alla deriva, dove trovare lavoro sembra impossibile e la gente non ha più voglia di sorridere. Inizia la ricerca di lavoro, ma nessuno dei due riesce a trovare qualcosa da fare. Io decido di sostenere l’esame di abilitazione come Farmacista e, nel frattempo, riesco anche a prendere una certificazione di portoghese come seconda lingua presso l’Ambasciata del Brasile di Roma, un certificato di livello avanzato che oggi mi sta tornando molto utile. Anche dopo essermi abilitata ed entrata nel tunnel cieco degli ordini professionali italiani, il lavoro sembra scarseggiare e l’unica proposta che ricevo è un posto di farmacista in una parafarmacia alla periferia sud di Roma, il famoso quartiere Tor Bellamonaca, a 40 km da casa. Inizia il mio incubo: esco di casa la mattina alle 9 per tornare solo alle 9 di sera, passando la pausa pranzo in macchina e lavorando in un posto scordato da Dio, abbandonato al suo destino, un quartiere popolare dove la farmacista è considerata una commessa e una cassiera, dove la gente è maleducata, i colleghi giocano a scaricabarile, il capo è un imbecille e ogni tanto ci scappa pure la sparatoria fuori dal negozio. Tutto questo per 1000 euro al mese (al netto di tutte le spese). Non arrivo alla fine del secondo rinnovo semestrale, lascio di nuovo un posto di lavoro, esausta e frustrata. Inizio addirittura a pensare di essere io il problema…
Ad aprile del 2011 io e Renato decidiamo di sposarci, una cerimonia civile molto semplice ma ben riuscita, con una festa nel mio giardino al ritmo di samba e pagode. La festa di nozze in realtà si trasforma in un saluto a tutti gli amici e parenti, perché il nostro trasferimento in Brasile era vicino, ancora pochi mesi e…via!!!
Il 23 agosto del 2011 sono sbarcata a Natal, sulla costa nordestina del Brasile, piena di aspettative e speranze, ma anche col timore di non farcela così lontana da casa e dalla mia famiglia. Dopo due settimane di spiagge bianche, acque cristalline e tanto sole (il nostro meritato viaggio di nozze!), arriviamo alla destinazione finale: Vilhena, la città dove Renato viveva prima di andare in Europa.
Ormai sono qui da un anno esatto e, dopo un primo periodo di grande tristezza e saudade, mi sono ambientata abbastanza bene. Renato segue i lavori per la costruzione della nostra casa, di tre appartamenti da affittare e un locale commerciale in cui vorremmo avviare un´attività in proprio, mentre io lavoro come professoressa di inglese e italiano in una scuola di lingue al centro della città, ed ora sto cercando degli alunni fuori dalla scuola per lavorare in modo autonomo e, perché no, guadagnare meglio. Siamo indipendenti e ci sentiamo felici, con tanti sogni che stiamo pian piano realizzando, abbiamo una casa nostra, non paghiamo mutuo, non abbiamo debiti ed ora pensiamo anche di avere un bambino!
Vivere lontani dalla propria terra è molto dura, ci sono giorni in cui vorrei mollare tutto, ma le soddisfazioni sono davvero impagabili. Ancora non so se resterò qui per molto tempo, ma di certo il Brasile mi ha adottata nel migliore dei modi, non mi sono mai sentita straniera da quando sono qui. Vilhena ha tutti i limiti di una città tutto sommato piccola, poche opzioni per i più giovani e la distanza enorme dalle altre capitali brasiliane. La cosa positiva è che qui mancano professionisti in vari settori, quindi una persona laureata che conosce le lingue, come nel mio caso, non ha grosse difficoltà nel trovare un lavoro. Ma il lavoro bisogna cercarselo e a volte crearselo. Non è facile, ma almeno qui non ci si sente impotenti. Il Brasile, e soprattutto queste zone più interne del paese, stanno crescendo moltissimo e c’è posto per i giovani intraprendenti che vogliono costruirsi un futuro solido. E poi ci sono dei posti fantastici in Amazzonia… vi invito a conoscerla meglio.
Un saluto e a presto,
Laura Piscitelli”
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